Vantaggi

  • La biomassa è un combustibile e come tutti i combustibili libera anidride carbonica (CO2), quella che emette quando brucia viene assorbita dalla pianta durante la sua crescita e può essere riassorbita da una nuova pianta che, crescendo, crea un ciclo a produzione nulla. Foreste, colture agricole, pascoli e distese erbose, ma anche il plancton, rivestono un ruolo determinante nell’assorbire l’anidride carbonica presente nell’atmosfera.
  • L’assenza o il basso contenuto di zolfo, piombo, idrocarburi incombusti e monossido di carbonio (presenti invece nei combustibili tradizionali) fa si che le biomasse contribuiscano ad alleviare il fenomeno delle piogge acide.
  • L’energia delle biomasse riduce la dipendenza dalle importazioni di combustibili tradizionali e diversifica le fonti di approvvigionamento energetico. La sostituzione di combustibili fossili con biomasse contribuisce a ridurre le emissioni in atmosfera di gas serra.
  • A differenza delle altre rinnovabili, le biomasse rappresentano una fonte di energia utilizzabile in più settori, come generazione elettrica, produzione di calore e trasporti.
  • La biomassa è molto abbondante, si trova in quasi ogni parte della terra.
  • E’ facilmente convertibile in combustibili ad alto potere energetico.
  • E’ economica.
  • Con la sua produzione si possono rigenerare terre desolate.
  • Può sfruttare le zone inutilizzabili dall’agricoltura e creare occupazione nelle comunità rurali.
  • Il suo fine ciclo costituisce un potenziale fertilizzante.

Svantaggi

  • Gli attuali strumenti di mercato sono inadeguati.

  • L’opinione pubblica non è ancora informata correttamente.

  • Mancanza di strutture di collegamento tra ricerca, industrie e amministrazioni pubbliche.

Applicazioni

  • Caldaie a cippato: questi impianti non hanno limiti di dimensioni e possono raggiungere potenze notevoli. Sono vere e proprie caldaie con impianto di alimentazione automatico. Dal silo il cippato viene prelevato automaticamente ed immesso nella caldaia, dove l’accensione può avvenire sia manualmente che tramite dispositivi elettrici. Questi impianti sono forniti di sistemi di sicurezza che interrompono l’alimentazione in caso di ritorno di fiamma, che potrebbe raggiungere il silo.
  • Caldaie a pellets: queste caldaie funzionano in modo simile a quelle a cippato, quindi anche loro hanno bisogno di un silo di stoccaggio posto nella vicinanza della caldaia; gli impianti a pellet vengono alimentati in automatico tramite una coclea; l’accensione automatica avviene grazie ad una resistenza elettrica e come le precedenti sono dotate di un sistema di sicurezza contro il ritorno di fiamma.

Costi

I costi delle biomasse sono notevolmente più bassi del metano o del gasolio, il cippato si aggira sui 0,03-0,04 centesimi di euro per Kg, mentre i pellets, anche se nell’ultimo anno hanno avuto un incremento notevole passando da 2.5 euro per 15 Kg di prodotto a 5,0 euro, resta comunque al di sotto del prezzo dei combustibili fossili. Per quello che riguarda l’ammortamento dei costi per gli impianti a biomassa ci sono degli incentivi economici per chi utilizza fonti rinnovabili, sia come investimento statale a fondo perduto sia sotto forma di detrazione dall’irpef.  

           Tipi di biomasse

Il pellet

Il pellet è un combustibile ecologico ed una fonte di energia rinnovabile. Sta riscuotendo un successo sempre maggiore e la sua richiesta è in costante aumento. E’ sicuramente una delle biomasse più utilizzate e la sua convenienza è data principalmente dal suo baso costo e soprattutto dalla sua alta resa calorica. Esso viene ottenuto attraverso delle semplici lavorazioni meccaniche, sottoponendo la segatura del legno finemente lavorata, ad altissime pressioni. Il materiale viene poi contemporaneamente fatto passare attraverso una filiera di fori con dimensioni che vanno dai 6 ai 12 millimetri ed il calore sprigionato durante la lavorazione, attiva l’effetto della lignina, una sostanza naturale presente nel legno, che ne determinerà poi la compattezza e la sua caratteristica forma a cilindro e l’umidità.

Caratteristiche e pregi del pellet

  • Rappresenta la più valida alternativa ai tradizionali combustibili da riscaldamento;

  • E’ facilmente reperibile, ecologico, economico e sicuro;

  • E’ estremamente leggero e compatto, quindi facile da trasportare (il pellet viene confezionato in sacchi da 15 Kg, big-bags, ma viene trasportato anche con delle autocisterne);

  • Se confrontato con la legna ha un minimo ingombro, quindi può essere immagazzinato in grande quantità in appositi ambienti o in silos, interni ed esterni, più o meno grandi in base alle proprie necessità, garantendo un’ampia autonomia;

  • Facile da manipolare, inoltre non sporca e non fa polvere

  • La qualità principale del pellet è data dalla sua elevata resa termica (superiore all’80%) e dal suo bassissimo residuo finale di ceneri (0.58%);

Come si distingue il pellet di qualità da quello meno pregiato?

Non è affatto semplice parlare di qualità quando si parla di pellet. Il concetto di “qualità” deve essere unico e deve avere un riscontro oggettivo (le analisi del pellet) in modo tale che tutti possono riconoscere un pellet di qualità ancor prima di vederlo bruciare.

Accorgimenti semplici:

  • In generale, possiamo dire che il miglior pellet è quello ottenuto dal legno vergine di Faggio e Abete, quindi il modo più semplice per riconoscere questi pellet è il colore, quello di faggio ha un colore marrone chiaro, quello di abete è bianco; (più il pellet è scuro, più dobbiamo prestare attenzione, anche se questo non vuol dire che il pellet non sia di qualità, ma occorre valutarlo bene, verificarne la provenienza e la conformità alle normative internazionali e naturalmente fidarsi dal proprio rivenditore).
  • Il pellet deve avere forma e misure regolare corrispondenti a quelli indicate sulle confezioni, diametro constante, una superficie liscia e lucida;
  • Non ci devono essere presenti eccessivi residui di segatura nelle confezioni;
  • Vale la pena sapere, che la consistenza del pellet, la sua compattezza , determina la sua qualità, la quale viene assicurata attraverso la specifica certificazione. Il certificato è obbligatorio in molti paesi dell’UNIONE EUROPEA;

Certificazioni internazionali sul pellet:

In Italia attualmente non esiste una normativa ufficiale che tuteli i consumatori rispetto alla qualità del pellet si fa quindi riferimento alle normative più severe in materia di altri paesi, in particolare la DIN 51731 tedesca e la O-NORM M 7135 austriaca, non in vigore in Italia, ma diventate un buon riferimento per tutti i consumatori italiani.
Queste normative portano alla suddivisione del pellet in categorie sulla base di alcuni parametri di qualità.  

Cercando di semplificare è importante tenere in considerazione i seguenti parametri:

  • Potere calorifico: ovviamente il suo valore è direttamente proporzionale alla qualità del pellet, ma fate attenzione alle unità di misura, infatti alcuni lo esprimono in Kcal/h, altri in KW/h ed altri ancora in MJ. Va tenuto presente che:
  • Il fattore di conversione è 1 KW/h = 860 Kcal/h
  • Umidità: non sopra l’8%, anche se alcuni marchi di qualità si accontentano del 10%; l’acqua presente nel pellet consuma una parte del potere calorifico sviluppato in combustione per passare dallo stato liquido ad aeriforme, pertanto, tanto più l’umidità è bassa tanto meno sprechi avrò in fase di combustione; (infatti l’unica precauzione da prendere è quella di mantenere il pellet asciutto perchè teme l’umidità);
  • Residuo in ceneri: deve essere sotto o al limite pari all’1%, in quanto un eccesso porta alla formazione di croste nelle stufe (insignificabile nelle caldaie e nei termo-camini);
  • Presenza di corteccia: la sua presenza nel pellet è inversamente proporzionale alla qualità in quanto questa abbassa il potere calorifico e aumenta il residuo in ceneri;
  • Ovviamente il prezzo è differente a seconda della qualità di pellet.

Certificazioni:

certificati del fornitore austriaco: Certificati del fornitore tedesco:

  • CATAS DIN CERTCO 51731
  • ONORM 7135
  • DIN PLUS

100% SENZA ADDITIVI

Attenzione!

La scritta Pellet Gold presente in Italia sui sacchi di pellet non è una certificazione, ma è un’attestazione di qualità del prodotto. Oltre alle certificazioni cui sopra elencate, vi è anche una norma tecnica europea la CEN/TS 14961 che definisce gli standard di qualità del pellet.

Scheda tecnica

Diametro

6mm.

Lunghezza

da 1 a 2 cm.

Potere calorifico

>4.9 kWh/k

Umidità

8%

Densità

1,12 kg/dm3

Peso specifico

0,68/dm3

Residuo ceneri

< = 0,5%

Additivi

Nessuno

Colore

Marrone chiaro

Pellet di legno vergine

Abete – Faggio

Vari e nuovi tipi di Pellet

Vista l’enorme richiesta di pellet e l’ampia e varia disponibilità di biomasse provenienti dallo scarto e dalla lavorazione di prodotti agricoli e forestali, si stanno affacciando sul mercato nuovi tipi di pellet. In particolare segnaliamo il pellet di legno misto a mais, il pellet ottenuto dalla sansa o dal nocciolino di sansa di olive, prodotti con la carta, con tutti i tipi di cartone, pellet vari ottenuti da fieno, con molti tipi di paglia (esclusa quella di riso), con le piante di girasole, di granoturco, ramaglie di ogni tipo, residui di potatura di viti, ulivi, alberi ornamentali, triturati vari di gusci di mandorle, nocciole, semi di ciliegie, pesche e albicocche, vinaccioli. Oltre a questi anche le foglie, l’erba e i materiali che provengono dalla pulizia dei boschi e tanti altri resti vegetali possono essere utilizzati per produrre i pellet. Questi nuovi pellet sono ancora in fase di sperimentazione e non hanno ancora una normativa ben definita che ne attesti la conformità. E’ bene quindi fare molta attenzione prima di acquistarli e utilizzarli. Comunque ben vengano tutti i sistemi che possano sostituire i combustibili fossili e che garantiscono un riciclo di materiali di scarto che altrimenti verrebbero inutilizzati.

Il cippato

Il termine viene comunemente utilizzato per indicare le scaglie di legno sminuzzato in piccoli pezzi dalle dimensioni di pochi centimetri. Il cippato detto anche “chips di legno” (dall’inglese wood chips) viene ottenuto dalla frammentazione di legni vari attraverso particolari macchine dette Cippatrici.

I vantaggi dell’utilizzo dei vari tipi di cippato per combustione:

  • Sono essenzialmente economici e inoltre contribuiscono ad un notevole abbattimento delle emissioni di Anidride Carbonica in atmosfera;
  • Possibilità di contenerlo in silos spesso anche interrati (altrimenti, volendo bruciare direttamente i tronchi degli alberi , occorrerebbe disporre di grandi aree su cui accatastarli. In tal modo, però, si troverebbero esposti alle intemperie e si degraderebbero);
  • La massa di chips può essere introdotta automaticamente nella caldaia, con sistemi controllati elettronicamente in modo di regolare flusso e quantità, evitando l’impiego di personale;

Caratteristiche e Pregi del cippato:

  • Contengono una potenza in Kcal/Kg decisamente superiore alla legna (dalle 2500 sino alle 3500 Kcal/Kg) sono più puliti e semplici da immagazzinare ed usare; non sporcano e inquinano meno; (tuttavia i
  • costi di trasporto rendono il costo per Kcal sensibilmente superiore a quello della legna);
  • Producono pochissima cenere e sono facili da accendere;
  • Bruciano in genere molto rapidamente. Possono essere utilizzati con vantaggio per accendere il fuoco, per aumentare velocemente la temperatura di combustione, per riprendere con rapidità un fuoco morente o per aiutare la combustione della legna non perfettamente secca;
  • Lo stoccaggio in un luogo asciutto e ventilato conferisce in breve tempo al cippato un potere calorifico di 2,5-3,5 KW/h/Kg (superiore a quello del legno in pezzi);

 

Caratteristiche energetiche del cippato

Il contenuto energetico del cippato dipende principalmente da due fattori:

  • La specie del legno utilizzato, quindi dalla quantità di lignina, cellulosa, resina;
  • L’umidità del materiale legnoso;

Parametri di qualità da tenere in considerazione per il cippato:

  • Specie legnosa utilizzata: tutte le specie utilizzate per la comune combustione sono adatte, ma la migliore è il Faggio;
  • Le dimensioni dei chips: devono essere omogenee. Le dimensioni standard sono 40x20x10 mm;
  • L’umidità: non deve essere troppo alta, perchè il contenuto energetico del legno diminuisce all’aumentare del contenuto di acqua (durante la prima fase della combustione occorre energia proprio per l’evaporazione dell’acqua in esso contenuta);
  • Se il cippato ottenuto è molto umido, verrà fatto essiccare in appositi contenitori (gabbie o celle), in modo naturale evitando l’innescarsi di processi di deterioramento causato dai funghi o batteri;

Per l’uso domestico Vi consigliamo di acquistare cippato secco e a bassa umidità per evitare che lo stesso fermenti, inoltre è bene per quanto possibile reperirlo nella propria zona di residenza e di formare gruppi di acquisto per abbassare il prezzo; infine se possedete dei terreni agricoli o dei boschi Vi consigliamo di comprarvi una cippatrice di piccole dimensioni e di auto-produrvi il cippato con gli scarti di legna e ramaglie.

Cippato Vs. Pellet

  • Cippato facile da produrre – la lavorazione del cippato è decisamente più semplice e meno impegnativa rispetto a quella necessaria alla produzione del pellet.
  • Per ottenere la stessa energia, bisogna impiegare un volume di cippato nettamente superiore a quello del pellet (32 ql cippato vs. 20 ql pellet);
  • Per avere la stessa autonomia ci si dovrà dotare di un silo molto più capiente rispetto ad una alimentazione a pellet;
  • Il prezzo del cippato è però decisamente inferiore, lo si riesce ad acquistare anche ad un terzo del costo del pellet, e spesso viene prodotto direttamente dall’utente finale praticamente a costo zero;

I brichetti di legno

Chiamati Tronchetti o Briquettes non sono altro che una versione in scala maggiore del pellet. Anch’essi infatti sono prodotti dal riutilizzo di scarti e segatura di legno vergini sottoposti a forte pressione con delle macchine chiamate Bricchettatrici e sono tenuti insieme dalla lignina, quindi senza aggiunta di colle o leganti chimici. Il processo di produzione differisce rispetto al pellet, in quanto può essere aggiunto dal 40 al 50% circa di legno duro (raggiungendo così un potere calorifico maggiore)

Caratteristiche generali

  • I bricchetti di legno esistono nelle forme più svariate, dal tondo, rettangolare all’ottangolare. Normalmente hanno una forma cilindrica, con un diametro che varia dagli 8 ai 12 cm e una lunghezza di circa 25-30. A volte sono forati al centro per permettere una combustione più rapida e efficiente;
  • Il loro utilizzo è rivolto soprattutto ad un uso domestico con stufe e camini che normalmente sono alimentati a legna, ma possono essere utilizzati anche in caldaie di grosse dimensioni;
  • Il loro grado di umidità relativa può variare da 8 a 15% ed hanno un elevato potere calorico;
  • Sono confezionati in scatole di cartone o in sacchetti di plastica che li proteggono dalla umidità;
  • Il loro peso molto contenuto li rende pratici e maneggevoli;
  • Vanno utilizzati rapidamente dopo l’estrazione dalla confezione, specie in ambienti umidi: assorbono l’umidità molto facilmente, trasformandosi in mucchi di segatura bagnata del tutto inutilizzabile;

La legna

E’ l’unica fonte di energia presente in natura realmente rinnovabile e se bruciata correttamente emette la stessa quantità di anidride carbonica assorbita dalla pianta per vivere e crescere.

Vantaggi

Fonte di energia alternativa perché:

  • E’ eco- compatibile;

  • E’ economica;

  • E’ una fonte di energia rinnovabile;

  • E’ disponibile localmente;

Ai fini del riscaldamento occorre accertarsi che le caratteristiche della legna soddisfino alcuni requisiti importanti da non trascurare, il più importante dei quali è senz’altro la corretta stagionatura o essicazione. In altre parole la legna deve possedere il giusto grado di umidità intorno al 10-15%, per cui assume importanza anche il periodo dell’anno in cui viene tagliata che dovrebbe coincidere con il periodo invernale. La corretta stagionatura permette di disporre di un combustibile dall’ottima resa e poco inquinante.

La conservazione deve avvenire in luoghi riparati e ben aerati, già tagliata opportunamente in pezzi adeguati al focolare che la deve ricevere. Occorre tener presente che anche le dimensioni del taglio hanno la loro importanza a seconda della fase di combustione in cui ci troviamo, del tipo del focolare (stufa, camino, caldaia) e della convenienza economica (i pezzi piccoli costano di più di quelli grandi per via del maggior spreco che si genera durante il taglio e del maggior tempo che occorre impiegare).

La legna si suddivide in legna dolce e legna dura in base al peso in Kg di un metro cubo di materiale. La legna dolce pesa circa 300-350 Kg/m3 è quella di abete, pino, pioppo, ontano, castagno, salice, mentre la legna forte che pesa circa 350-400 Kg/m3 è quella di olmo, quercia, leccio, faggio e frassino.

La legna dolce si accende facilmente, si consuma in fretta e sviluppa una fiamma lunga.

La legna forte invece è più compatta, la combustione è più lenta con fiamma corta, dura di più ed e più adatta al riscaldamento domestico.

La legna da ardere ai fini del riscaldamento, presenta caratteristiche diverse a seconda della varietà di pianta dalla quale è ricavata. Non tutti i legni sono uguali e le caratteristiche circa il tempo di essiccazione ed il potere calorifico variano da pianta a pianta.

Il potere calorifico dipende dal tasso di umidità e dalla sua densità. I legnami di qualità ottima sono la quercia, il frassino, il faggio, gli alberi da frutto meno il ciliegio. Di qualità discreta sono invece il castagno, la betulla, l’ontano. Di qualità accettabile sono il tiglio, il pioppo ed il salice. Da evitare in genere i legni resinosi. Il potere calorifico dei differenti tipi di legna dipende molto dalla loro umidità e di conseguenza la potenza delle caldaie è direttamente influenzata dal tipo di legna impiegato. In media una legna ben stagionata ha un potere calorifico di 3200 Kcal/Kg.

Potere calorifico della legna in funzione della sua umidità (Fonte: Catalogo Unical)

% di umidità

 Potere calorifico kcal/kg

15% 20% 25% 30% 35% 40%

3490 3250 3010 2780 2450 2300

Le biomasse dal frantoio

Anche nella filiera olearia, da anni ormai si è cercato di sfruttare al meglio la possibilità di ottenere dalla sansa (scarto ottenuto dalla lavorazione delle olive, composta da: polpa, buccia a dal nocciolo), un combustibile ecologico.

E’ possibile utilizzare questo prodotto come biomassa?

La sansa disoleata esausta ed il nocciolino di sansa di olive sono stati inseriti tra i combustibili utilizzati negli impianti disciplinati dal titolo I e II della parte quinta del D. lgs. 152/2006 , in particolare la parte II, sezione 4, vengono dettate le caratteristiche delle biomasse combustibili e le relative condizioni di utilizzo. Quindi, la sansa d’oliva, combustibile legnoso è considerato biomassa, combustibile quale materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli. 

Sansa esausta. Caratteristiche del combustibile

  • Combustibile naturale, ecologico, considerato biomassa, granulare per l’alimentazione di caldaie per riscaldamento, acqua sanitaria, per termo camini e tutti i tipi di caldaie policombustibili con alimentazione automatica con coclea;
  • Ha delle caratteristiche ottime per la combustione; il potere calorifico della sansa essiccata è intorno a 4500 Kcal/Kg, piuttosto elevato, quindi un’ ottima alternativa al pellet;
  • Dalla sua combustione possiamo ottenere sia calore sia energia elettrica;
  • La sansa è un’ alternativa economica, sempre disponibile in abbondanza durante il periodo invernale (la lavorazione delle olive avviene da ottobre- marzo);
  • E’ disponibile sia allo stato sfuso che confezionata in sacchi da 25-30 Kg;

Sansa esausta depolverata

La sansa esausta depolverata ha le stesse caratteristiche della sansa esausta disoleata con la sola differenza che viene fatto un processo di lavorazione aggiuntivo in quanto viene tolta la parte polverosa lasciando soltanto il nocciolo e la polpa più grossa che garantisce un prodotto più pulito e consente di sfruttare tutto il suo potere calorifico.

La sansa di oliva disoleata esausta, per essere considerata un combustibile “biomassa” deve avere le seguenti caratteristiche:

Caratteristica

Unità

Valori minimi/massimi

Ceneri

%(m/m)

≤ 4

Umidità

%(m/m)

≤ 15

N-esano

mg/kg

≤ 30

Solventi organici

Assenti

Potere calorifico

 

inferiore

kcal/kg

≥ 4.000

Mj/kg

≥ 16,74

Nocciolino di sansa di olive

Il nocciolino è il risultato della separazione, mediante un macchinario, del nocciolo dalla polpa dell’oliva, ossia il risultato della trasformazione dello scarto (sansa) prodotto dal frantoio. In seguito a questo processo di separazione si ottiene un combustibile ecologico, considerato biomassa, dall’elevato potere calorifico che può essere utilizzato come sostitutivo al pellet di legno per l’alimentazione di caldaie per riscaldamento, acqua sanitaria, per termo camini e tutti i tipi di caldaie poli combustibili.

Caratteristiche del combustibile

  • Combustibile naturale, ecologico, economico, sempre disponibile in abbondanza durante il periodo invernale;
  • E’ un combustibile dall’elevato potere calorifico, paragonabile a quello del pellet, pari a circa 4800- 4900 Kcal/Kg, e grazie al costo d’acquisto irrisorio si riscontrano notevoli risparmi energetici, con margini dell’80% in termini di risparmio per costi di utilizzo e mantenimento rispetto ai tradizionali combustibili di origine fossile; rispetto al pellet risparmierete la metà;
  • Oltre ad avere un alto rendimento calorico, riduce notevolmente la produzione di fumi e cenere (rispetto alla sansa), garantendo al contempo una più lunga vita delle caldaie ed una minore manutenzione delle stesse;
  • Il nocciolino di sansa ha una scarsa umidità ed è molto granuloso; è disponibile sia allo stato sfuso che confezionato in sacchi da 15, 20 o 25 Kg.;
  •  
    Il prezzo varia, a secondo della qualità del prodotto e della disponibilità di annata, da 20 € -21 € al quintale. Per avere un ulteriore risparmio è consigliabile prenotarlo/acquistarlo direttamente dal frantoio;
     

Sansa Vs. Nocciolino (tra pro e contro)

Pro: più reperibilità, costa il 50% in meno, è considerata ugualmente Biomassa se rispetta le caratteristiche e valori sopra citati in base al D.lgs. 152/2006;

Contro: meno potere calorifico di 400 Kcal/Kg rispetto al Nocciolino; in seguito alla combustione emana più fumo e produce più ceneri, quindi richiede una pulizia e una manutenzione più spessa della caldaia;

 

Gusci di mandorle, noci, pinoli, nocciole, l’osso di pesca, prugne, ciliegie,ecc.

I gusci di mandorle, noci, pinoli, ecc., sono dei prodotti assolutamente naturali che non richiedono alcun tipo di lavorazione. A seconda degli utilizzi si ha la possibilità di averli sia macinati sia interi. Sono dei combustibili ecologici, non inquinanti, ad alto potere calorico, con una reperibilità locale e con dei costi contenuti, addirittura zero per quelli chi li producono. Il loro potere calorifero e di 4300- 4500 Kcal/Kg. I gusci di mandorle sono di due tipi, quelli con la corteccia dura e quelli con la corteccia morbida. Il primo tipo ha una resa maggiore rispetto all’altro che brucia più in fretta. La loro principale qualità è che sono privi di umidità e anche se tenuti fuori bruciano lo stesso. Vantaggi dell’utilizzo
  • Maggiore resa calorica rispetto a legna;
  • Facile da manipolare e da stoccare nei silo (ha un minore ingombro rispetto a legna);
  • Quasi privo di umidità residua (non teme l’umidità);
  • Un ottimo rapporto qualità/prezzo combustibile;

Vinacciolo

Prodotto naturale, ecologico, che nasce dalla lavorazione dell’uva; appena essiccato è pronto all’utilizzo. Facilmente reperibile nelle zone vinicole ai costi contenuti è un prodotto ideale per stufe, caldaie, termo camini ad alimentazione automatica con coclea. Il suo potere calorifico è di 3350 Kcal/Kg.  

Vantaggi dell’utilizzo

  • Una buona resa calorica;
  • Minor ingombro per stoccaggio combustibile (possibilità di contenerlo nei silo di varie capacità);
  • La massa di vinacciolo può essere introdotta automaticamente nella caldaia, con dei vari sistemi di alimentazione controllati elettronicamente;
  • Minor prezzo rispetto ai altri combustibili;
Dall’ agricoltura possiamo ricavare un grande quantitativo di energia sottoforma delle già citate biomasse legnose però il mais o granoturco si è rivelato uno dei combustibili più potenti esistenti in natura.

Il mais o granoturco: “ Chi mai l’avrebbe detto?”

In passato, i cereali erano usati solo per l’alimentazione umana e animale, ma ora, e nell’immediato futuro vengono usati per le macchine: sotto forma di biodiesel, pneumatici, copri capannoni, solventi, vernici, paraurti ecc. Il mais, la cui storia è divenuta ormai legenda e affonda le sue origini nella notte dei tempi, oltre che uno squisito ingrediente per tante ricette è anche un combustibile ecologico, ad alto potere calorico, di facile reperibilità e con un costo contenuto. Il mais come il pellet garantisce una combustione pulita, neutra, migliore dei combustibili di origine fossile come gasolio, olio combustibile, gas e carbone, i quali causano un aumento del contenuto di ossidi di carbonio e altre sostanze nocive nell’atmosfera.

Vantaggi dell’utilizzo

  • Ai fini del riscaldamento non è necessario impiegare il prodotto di prima scelta, ma gli scarti delle varie lavorazioni, con le derrate che assumono per diversi motivi colore e odore sgradevoli ( questi prodotti che vengono scartati dal mercato perché non destinabili al consumo umano o animale, che andrebbero in discarica, sono adatti per alimentare le caldaie poli combustibile, che per mezzo del processo di termo combustione trasformano gli scarti sottoforma di energia calorifica, un calore biologico, sano e senza inquinamento; gli scarti della combustione (le ceneri) possono essere utilizzati come fertilizzanti);
  • Bruciato in apposite stufe o caldaie adatte a questo tipo di combustibile, si è rivelato il prodotto più economico per riscaldare. Il prezzo è tra i più bassi in fatto di combustibili; costa 18-20 € al ql;
  • Ha un potere calorico di circa 6200 Kcal/Kg (con l’umidità intorno al 15%) e bruciato nelle caldaie dove la resa si avvicina al 90% non emana fumi ed il residuo secco è circa uguale a quello del pellet;
  • È un combustibile non inquinante, rinnovabile e di facile reperibilità;
  • Facilissimo il trasporto, semplice l’immagazzinamento;
  • Per ovviare ad alcuni inconvenienti della sua combustione, come la formazione di dure incrostazioni, è necessario però miscelarlo con percentuali variabili dal 40 al 60%, di biomasse legnose, le quali forniscono la “lignina” indispensabile per la combustione del mais, del grano, dei ceci dei fagioli, di colza, girasole, soia, ecc. (cosi facendo si otterrà il funzionamento perfetto della caldaia ed il massimo risparmio possibile);

Esempi di costi del riscaldamento alternativo ed ecologico:

32 ql di legna o di cippato, segatura, trucioli, etc. rendono quanto 1000 litri di gasolio, 1380 di GPL, 995 mc di metano.

Per lo stesso caldo occorrono 20 ql di pellet, tronchetti di segatura, nocciolino di oliva, semi di uva, gusci di cacao.

E con 23 ql di gusci di mandorle, nocciole, di pinoli, pistacchio, osso di pesca, prugna, albicocca, ciliegie.

Le stesse calorie le forniscono 17 ql di granoturco o mais e gli altri cereali.

DALLE BIOMASSE LEGNOSE IL KW/h DEL FUTURO!

Tutta questa grande massa di energia può essere sfruttata al meglio con delle caldaie di terza generazione, costruite appositamente per l’utilizzo della biomassa ai fini di riscaldamento, capaci di sfruttare fino al 90% questa energia senza emissioni di polveri, fumi o sostanze inquinanti, fornendo cosi molta acqua calda per il riscaldamento o sanitaria, oppure tanta aria calda.